(Werewolf Records) Chi di voi ha presente la Divina Commedia? Ecco, prendete la stessa ambientazione, ma scordatevi il paradiso. Perché con i finlandesi qui recensiti se siete fortunati passerete per il purgatorio, ma dall’alto al basso e con un biglietto di sola andata, in quanto il destino che vi attende è uno e uno soltanto. L’entità musicale ha tre decenni alle spalle ma ‘soltanto’ tre album, questo compreso. Segno che qui le cose vengono fatte per bene e nulla viene lasciato al caso. I primi due minuti dell’opera fanno pensare a del black d’atmosfera, che per quanto possa prendere a livello emotivo è pur sempre una musica ‘rilassante’… poi l’apocalisse inizia. Otto tracce serrate e cattive, la voce ruvida come poche altre volte mi è capitato di percepire. Il black proposto è veloce e maligno, segno di un’ingerenza verso tutto quello in cui il genere si è evoluto negli ultimi vent’anni. Eppure una vena epica e black ‘n’ roll serpeggia nelle composizioni rendendole in qualche modo positive, quasi solari. O forse no, mi sto sbagliando. La luce di cui parlo non è il sole, bensì le braci dell’inferno.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10