(autoproduzione) Lo spazio entro cui Nahid, Mathieu, Gwen e Elie si sono incontrati è compreso tra Parigi e Lille. I loro luoghi sono le due estremità di questo segmento, nel quale i quattro diventano i Bordure e compongono qualcosa sospeso tra math rock e post hardcore. Chitarra scheletrica quella di Gwen, mentre la densità del basso di Mathieu è il vero manto sonoro, quella distesa di melodia che permea l’intero universo musicale dei Bordure. Nahid ha un tocco ‘strano’: gioca con pause e interruzioni, ripartenze fragorose e facendolo con una naturale tendenza sincopata. Ritmi che vanno contro il flusso sonoro oppure lo sorreggono con smodata energia. Si, la sezione ritmica dei Bordure è qualcosa di distintivo in questo “Nevroses”. La rabbia è lasciata a Elie. Il suo cantare è un urlo continuo, rabbioso, isterico come per un atteggiamento hardcore. I Bordure non sprecano le note e badano alla sostanza delle cose, presi dall’esecuzione e senza mollare un attimo della musica che si evolve, s’impenna, si quieta. “Tear Gas” ha un aspetto neo-prog, diventando un’apparente divergenza d’intenti nella sua parte centrale quando i tre sembrano andare ognuno per i fatti propri, ma sempre nel recinto di questa estrosa area sonora. Non un album scontato “Nevroses”, a tratti sottilmente cervellotico eppure subdolamente intrigante.

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(Alberto Vitale) Voto: 8/10