(Scarlet Records) Sono sempre contento quando vedo riapparire sul mercato qualche band power attiva quando ero ragazzo: i Cryonic Temple fecero un esordio ingenuo quanto splendido con Underground Symphony nel 2002, due dischi di un certo spessore per Limb Schnorr (ricordo con particolare piacere “In thy Power”, del 2005), un full-“length” orrendo per Metal Heaven nel 2008 (“Immortal”, dagli spenti connotati power/thrash) e poi, giustamente, tacquero. Li ripesca adesso la nostra Scarlet Records, e gli svedesi non commettono l’errore di modernizzarsi: “Into the glorious Battle” riprende da dove “In thy Power” aveva lasciato. Dopo una intro forse un po’ troppo lunga, “Man of a thousand Faces” è un power trionfale molto, molto anni ’90, con decisivo spazio alle tastiere: manna per gli appassionati della golden era, anche grazie a una godibile coppia bridge/refrain. Frizzante anche “All the Kingsmen”; fra heavy metal e rock di cassetta il mid-tempo “Heroes of the Day”, mentre la quasi-titletrack “Into the Glory Battle” è costruita su un crescendo indovinato. Sguaiata ma divertente “Mean Streak”, mentre poi verifico una flessione nella scaletta (piuttosto lunga, 15 brani per quasi 62 minuti): “Can’t stop the Heat” indulge troppo ad atmosfere alla Dragonforce, e la ballad “The War is useless” è davvero troppo ordinaria. Per fortuna, la lunga “Freedom”, che chiude la tracklist, riporta tutto in parità con le sue atmosfere solenni e ariose, ancora una volta esaltate da un largo uso delle keys. A conti fatti, mi sento certamente di consigliare questo disco a chi ancora si esalta con gli Stratovarius, i Freedom Call e i vecchi Sonata Arctica.

(René Urkus) Voto: 7,5/10