(Dragonheart Records) White Skull capitolo 10. Eh già, ormai la discografia del teschio ha raggiunto le due cifre. Cinque anni son passati dal precedente album che segnava il ritorno alla voce della figliol prodiga Federica Sister, storica componente del gruppo assieme all’inossidabile ed iconico Tony Fontò. Per la verità, durante un fortuito incontro con Tony nel 2015 ad Imola al concerto degli Ac/dc avevo capito che il lavoro aveva già preso una forma abbastanza definita, ma al giorno d’oggi non è facile fare metal, specie se si tratta di heavy metal ‘storico’, quello suonato per passione e nulla più. Perché questo come i nove precedenti lavori del gruppo veneto non sono altro che passionali omaggi ad una musica che ormai non esiste più. Personalmente è il tipo di musica che mi ha spalancato le porte del genere e non mi va tanto di parlare di quanto sia stata storicamente importante. Vi basti sapere che da fan del teschio posso dire che di sicuro siamo di fronte ad uno dei capitoli migliori e più riusciti del combo. Undici tracce (più intro) senza alcun riempitivo, una voce che pur tradendo i primi acciacchi dell’incedere del tempo è calda e grintosa come lustri fa. Ormai il comparto ritmico non ha bisogno di altro se non di essere sguinzagliato in un qualsiasi palco., ma su tutto svetta l’egregio lavoro di chitarra di Danilo e l’accompagnamento dell’istrionico e immortale Tony. Le sorprese sono, per fortuna, poche. Le certezze molte di più. Canzoni come ‘Grace O’ Malley’ e la titletrack valgono da sole l’acquisto di un album onesto e semplice come chi lo ha concepito. Una musica che si sente stretta nelle misura di un cd e che sprigiona tutta la sua natura in chiave live, come compete ai suoni degli anni ‘80.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10