(AFM) Mat Sinner dei Primal Fear ama destreggiarsi in altro, evadendo dalla sua storica band e dedicarsi ad altri progetti musicali. Vederlo in azione come factotum al ‘Rock Meets Classic” insieme a Alice Cooper, Mick Box e Bernie Shaw, Joey Lynn Turner e gli altri, ha fatto capire quanto il bassista dei Primals abbia in se la tara dell’uomo votato alla musica. Sinner in un certo senso è un comunicatore, è qualcuno che avendo della musica per le mani, mira poi a diffonderla lavorando con essa. I suoi Sinner esistono dal lontano 1980, sfornando una buona sequela di album insieme a Tom Nauman (Primal Fear), in passato Mathias Dieth (U.D.O.) e di recente con Francesco Jovino (batterista italiano anche nei Primal Fear). In questo nuovo millennio Mat ha realizzato sette album come Sinner, ben più di quanti ne abbia fatti nei decenni ’80 e ’90. A dimostrazione di come il musicista tedesco ami spaziare in progetti nuovi. “Tequila Suicide” è prodotto, manco a dirlo, dallo stesso Sinner e da Dennis Ward (Edenbridge, Krokus e tanti altri, nonché bassista dei Pink Cream 69). L’operazione alla consolle è stata perfetta, i suoni sono appena smaltati ma veri. Ogni strumento possiede una sua dimensione e chiarezza. Un hard and heavy di stampo classico, con canzoni potenti, poderose, purtroppo poco distintive tra di loro, per quanto siano comunque suonate bene. Nessuna novità sostanziale dai Sinner, ma è uno stile classico e in fin dei conti la band spicca per classe ed esecuzione. “Dragons”, “Sinner Blues” e “Dying On a Broken Heart” sono i pezzi che si staccano dal buon livello generale. Un album onesto, suonato con passione, con mestiere ed estro insieme. “Tequila Suicide” è perfetto per gli appassionati di un heavy classico contaminato dall’hard rock più duro e brillante di sempre e con sfumature alla Thin Lizzy. Partecipano ai pezzi anche personaggi come Gus G di Ozzy Osbourne e Firewind, Ricky Warwick di The Almighty, Magnus Karlsson dei Primal Fear e Pete Lincoln di Sailor e Sweet.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10