(Sliptrick Rec.) Parlare di Bastian significa discorre di un insieme che accalca sonorità in sintonia con cose dei Deep Purple, Rainbow e primissimi Whitesnake e più in generale un hard rock possente, dagli spunti heavy oppure classic rock. “Back to the Roots” mostra suoni puliti ma sinceri: basso, batteria, chitarra e il resto arrivano con le loro naturali frequenze e la cosa non fa che rendere il sound completo e soprattutto vero. Bastian nasce da Sebastiano Conti, chitarrista siciliano che è cresciuto nella splendida Portopalo, in Sicilia, insieme a una chitarra e i miti dei Rainbow, Black Sabbath, Led Zeppelin e chissà quali altri, ma non è difficile capirlo. Dopo due album che hanno coinvolto gente come Mark Boals e Michael Vescera (ex Malmsteen), Thomas Lang (ha suonato per Paul Gilbert e Glenn Hughes), John Macaluso (ex Malmsteen, Riot e Tnt, tra gli altri) per “Back to the Roots” il chitarrista italiano recluta Vinny Appice alla batteria (già in passato nei bastian), Apollo Papathanasio (ex Firewind, Majestic, Time Requiem) alla voce e Corrado Giardina al basso. Papathanasio è fantastico e stupisce soprattutto in “Midsummer Night’s Dream” e nella zeppeliana “Dreamer”. Le canzoni dei Bastian sono forse meno potenti rispetto al passato, al contempo le melodie vengono amplificate e a tratti vestite dalla buona ed elegante patina blues. Ad esempio “Moth Woman”, nella quale rhythm and blues e qualcosa del soul rendono il tutto vivace, arioso e piuttosto diverso dal contesto generale. “Jasmine & Sebastien” è una canzone che poggia su atmosfera pacata. L’acustica detta la linea strumentale, almeno fino all’assolo e all’ottimo crescendo corale di Apollo Papathanasio. Canzone morbida e d’effetto e non la sola. Al di là dei musicisti di alto livello, della tecnica eclettica di Conti, del rifarsi a un rock & metal di natura classica, con “Back to the Roots” si assapora buona musica e con delle buone canzoni. Una consuetudine quando c’è di mezzo il progetto Bastian.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10