(Nordvis Produktion) Il precedente “Ísavetur” era scovolgente (recensione qui). “Myrkraverk”, il quinto lavoro, però si spinge oltre. La one woman band di Dísa ridefinisce, con idee proprie, la definizione di musica…ammesso si tratti di musica questa espressione sonora che diffonde puro ambient ricco di atmosfera, eccessi rituali e tribali con una immensa dose di orrore. Arte difficile da giudicare, difficile da classificare ed anche difficile da ascoltare, in quanto non è certamente fruibile come lo è normalmente la musica di qualsiasi genere in quanto, come detto, Draugurinn non produce musica; forse si tratta della colonna sonora (e per sonora intendo la purezza dei suoni, non l’articolazione delle melodie) di qualche esorcismo pagano. Basato su antiche tradizioni islandesi (nonostante il progetto sia svedese) “Myrkraverk” trascina in un mondo oscuro, inquietante e pieno di magia praticata nell’ombra, lontano da qualsiasi fonte di luce. Un tripudio di canti, percussioni, suoni e rune.

(Luca Zakk) Voto: s.v.