(Century Media) Salto di qualità per i francesi Svart Crown che pubblicano il quarto disco in casa di mamma Century. Un salto di qualità non solocontrattuale ma anche musicale! Il precedente “Profane” (recensione qui), ormai vecchio di quattro anni, era convincente, complesso, contorto, alternativo e praticamente inclassificabile, mentre questo nuovo lavoro evidenzia una maturità artistica completa, un flusso di idee incontrollabile. Un death metal rituale, oscuro come il black, pesante come il doom, perverso e feroce come il miglior death. Ma tutti i riff esasperati o i licks spinti all’estremo non sono il pane per i denti degli Svart Crown di oggi, anzi: il loro death è profondo, criptico, tetro e spesso evocativo, grazie a soluzioni melodiche esaltanti, coinvolgenti nel loro essere progressive e non coperte da regole fisse. In un certo senso mi ricordano una variante più death dei Kampfar, in quanto anche questi francesi sanno ridefinirsi, provocare ed essere spontaneamente creativi. Epica “Golden Sacrament”, crudele e violenta “Carcosa”, maestosa e tuonante “The Pact: To The Devil His Due”… una canzone piena di trionfo malvagio che sa strizzare l’occhio ad un blackned death di matrice est-europea. Perversa “Khimba Rites”, occulta la parentesi chiamata “Tentacion”. “Orgasmic Spirtual Ecstasy” è diretta, piena di impostazioni death e black/death standard… ma capace di esaltarsi con dettagli di chitarra che ricordano molto bands storiche di progressive death alternativo, pregno di tecnica sopraffina. Scatenata prima, introspettiva poi, l’ottima “Transsubstantiation”, ricca di melodia allucinata la conclusiva “Nganda”. Album convincente, sempre magnetico, esaltante: le parti violente fanno bollire il sangue, quelle lente ed oscure contorcono la mente. Connubio ideale di direzioni estreme, mix ideale di generi oscuri. Un disco che offre violenza inaudita ma anche oscurità priva di speranza… il tutto incastrato in una tecnica compositiva ed esecutiva non convenzionale, non ovvia, molto matura ed assolutamente non prevedibile.

(Luca Zakk) Voto: 8/10