(Napalm Records) No, stavolta la copertina non vi inganni: non siamo di fronte a un clone degli Alestorm o degli Swashbuckle, ma a una ‘vera’ folk band che suona ‘vero’ folk dalle atmosfere piratesche: onore alla Napalm che li ha coraggiosamente messi sotto contratto, nonostante il fatto che, potenzialmente, potrebbero interessare poco il classico metalhead. Ye banished Privateers vengono dalla Svezia, sono non si sa quanti (almeno una dozzina!), e danno alle stampe un platter lunghissimo, il terzo della loro carriera, interamente composto da quelle che, nei gruppi sopracitati, sarebbero le ballad acustiche o gli intermezzi. Ma che bellezza questo disco (assolutamente NON metal) di oltre 75 minuti! “A Declaration of Indipendence” incorpora “The Kiss”, uno dei temi più celebri della colonna sonora di ‘Last of Mohicans’; folk purissimo per la triste vicenda di “Annabel”, per la quale è stato realizzato anche un riuscito video, mentre “A Night at the Schwarzer Kater” è la più classica delle ballate da taverna. La scaletta include anche brani tradizionali ben reinterpretati (“All the Way to Gallway”), e altri che ricreano così bene le atmosfere del genere da sembrare tradizionali anch’essi (“Skippy aye yo”); i pirati sanno essere, quando serve, ironici (“For a fragile Monent’s Ease”, “Devil’s Bellows”, che racconta di un patto con il diavolo), ridicolmente volgari (“Ringaroo at Cooper’s Inn”) o autocelebrativi (“We are ye banished Privateers”, con il suo ritornello che non si schioda dalla testa). Culmine del disco sono naturalmente i diciotto minuti di “Mermaid’s Kiss”, con i suoi passaggi folk romantici e coinvolgenti: il brano è diviso in due parti dal rumore delle onde sulla spiaggia. Se dei dischi pagan e power vi esaltano anche i passaggi acustici e popolari, dovreste provare assolutamente a imbarcarvi con questi pirati!

(René Urkus) Voto: 8/10