(Satanath Records/Cimmerian Shade Recordings) I russi che stiamo per recensire sono al terzo lavoro in dieci anni, un lavoro in cui in sole sei tracce i nostri tentano di dimostrare quello che valgono in un genere, il funeral doom, che non lascia molto spazio ad interpretazioni personali… Ecco allora che il gruppo rischia fin dalla prima nota di cadere nel cliché del ‘gruppo tenebroso e darkettone’ che tanto andava nei primi anni novanta. Ora le cose son cambiate, la concorrenza si è fatta numerosa e dire la propria restando originali si è fatto sempre più ostico. Ni Funeral Tears non ci sono difetti di forma o sostanza, semplicemente sanno di stantio, di già sentito. La voce è piuttosto azzeccata ma nei momenti in cui dovrebbe far risaltare la propria personalità purtroppo manca il colpo. Gli urli poi… sembrano la brutta copia di quanto sentito nei Silencer. La musica sembra figlia di una formula già troppo usata, un connubio di doom e death che francamente h smesso di seguire da ormai dieci anni. Se fosse uscito venti anni fa, l’album avrebbe detto la propria, ora semplicemente può ambire a prendere posto su un mobile, ma nulla di più alto…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 5/10