(Nordvis Produktion/Bindrune Recordings) Rob Allen deve essere un personaggione pieno di idee, almeno a giudicare dalla quantità di gruppi con cui collabora e di quelli di cui è fondatore. I Vaiya sono un suo progetto solista in cui compone e suona tutti gli strumenti (per la verità le parti ritmiche sono molto ma molto limitate). Ed è una musica molto particolare quella che propone. Paradossalmente questo album è il più lontano dal black metal e nel contempo il più pesante composto finora. In realtà è il primo disco sulla lunga distanza, successore di 2 EP autoprodotti e uscito originariamente nel 2014. Qui viene recensita la sua ripubblicazione in vinile, secondo il sottoscritto il formato più congeniale a questo genere di suoni. Ecco, appunto, i suoni… se volessi descrivere la proposta musicale dei Vaiya, direi che il genio positivo di Devin Townsend si è fuso con il black ambient degli Ulver. Ho scomodato nomi grossi, lo so, ma sono davvero gli unici due compromessi sonori che mi son venuti in mente ascoltando le tre lunghe tracce di “Remnant Light”. In particolare, i suoni della natura, immagino delle selvagge distese dell’Australia, si mescolano a musica ambiente black e si incastrano alla perfezione con un black furente e aggressivo. Il tutto in una chiave di lettura positiva, che comunica pace e armonia (cosa che si percepisce raramente nel black). Un’esperienza sonora da scoprire ascolto dopo ascolto, che sa far dimenticare le distinzioni fra genere e nel contempo non far mai dimenticare che stiamo palando di black metal. Un’opera ambiziosa che premio a pieni voti.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 10/10