(Apollon Records) Etichetta Norvegese (di Bergen), progetto artistico Norvegese (di Oslo). Origini musicali tedesche, visto che siamo davanti ad una divagazione digitale d’annata, un tributo al krautrock degli anni ’70, musica che oggi sarebbe definita digitale… che sarebbe registrata con computer ed altre diavolerie elettroniche perdendo il calore ed il groove che questa release invece riesce ad offrire, rimanendo fedele a suoni e strumenti dell’epoca. Non a caso la mente dietro a questo progetto è Ketil Vestrum Einarsen, non un chitarrista, non un tastierista… ma un flautista che fuoriesce dalla scena prog rock scandinava, con ripetuti passaggi in territori jazz. Ma Ketil è anche un compositore a 360°, visto che ha scritto musiche per documentari e serie televisive. Nonostante si tratti di un veterano, questa release è il suo debutto come mastermind, come capo della band, come leader… ed è qui che si nota tutto il suo background, la sua esperienza, le sue influenze personali che passano per progetti quali i Tangerine Dream, rinnovando, innovando, integrando ed iniettando idee prog, jazz e rock. Quattro brani (ma oltre tre quarti d’ora in tutto) dove un rock semplice viene polverizzato da massicci effetti (di scuola Hawkwind), esaltato da multitracks e idee risalenti sia alla musica contemporanea che classica. Ketil (flauto, clarinetto, chitarra, tastiere e programmazione) si fa aiutare dal batterista Mattias Olsson degli Änglagård (prog rock band svedese) e da un paio di elementi dei White Willow (prog rock band norvegese). Poi ci sono dei guest con simili origini che aggiungono un tocco magico a tutto il lavoro. Rock strumentale. Un po’ atmosferico. Un po’ psichedelico. Totalmente eccentrico ed infinitamente suggestivo. Una esperienza ipnotica irresistibile.

(Luca Zakk) Voto: 8/10