(W.T.C.Productions) Ventesimo compleanno per i greci Acherontas che sorpresero con il precedente “Ma IoN (Formulas of Reptilian Unification)” (qui), la prima parte di questo sequel intitolato “Amarta…”. Il progetto capitanato da Acherontas V.Priest non abbandona le tenebre, anzi, ci si inoltra ulteriormente generando tre quarti d’ora tetri, pesanti, pregni di malvagità rituale. Con testi estremamente mitologici, evocativi in maniera esaltante, il nuovo lavoro crea un atmosfera irresistibile, coinvolgente, capace di portare in questo mondo forze occulte in contrasto con i frivoli valori moderni. “Schism of Worlds” parte subito furiosa e raggiunge una profondità degli inferi mai esplorata, grazie anche a vocals suggestive, marcatamente demoniache. Groove e mid tempo, ma anche brutalità e melodia con “I-AM Ness – The Tradition of EYE”. Pura atmosfera infernale con “Sopdet Denudata”, un brano relativamente lento, pesante, cupo, qualcosa che ricorda una versione melodica e più diabolicamente liturgica di certi brani dei Mgła. Inquietante “Yesod Inversum”, fantastica la messa nera che aleggia tra le note di “Savikalpa Samadhi”, una canzone lenta, priva di luce, con linee di basso immense e keys che esaltano la perversione del testo ([…Where the Rays of Siva and Lucifer confine…], cit.). In chiusura la title track: chitarra acustica, poi un black mid tempo molto personale che intreccia arpeggi intensi e tremolo di contorno, con spoken-vocals incisive. Album possente. Rituali che esaltano il sole. Stregonerie nel nome della luna. Tradizioni ancestrali che rifiutano di morire. Un album meditativo. Atmosferico. Pesante, oppressivo ma deliziosamente melodico. Nessun trend moderno. Black metal rituale senza compromessi. Fiamme che bruciano alte, calde e fiere. Buon anniversario, stregoni!

(Luca Zakk) Voto: 9/10