(Autoproduzione) Un velo di malinconia che rende più tristi queste giornate d’autunno. Occhi tristi che guardano verso un panorama grigio, freddo, morente. Il piacere della ricerca interiore, il gusto della scoperta dei sentimenti più remoti, proibiti ed oscuri della persona. Un percorso musicale atmosferico, romantico. Gli spagnoli Universal Theory arrivano al debutto con questo mini album,  fantastico, capace di rapire le coscienze per liberarle successivamente in un ambiente sospeso tra realtà a e sogno, dove la pace ed il silenzio di terre desolate ed avvolte dalle nebbie sono l’elemento dominante. Chiaramente ispirati a Tiamat e Theatre Of Tragedy, in questi quattro pezzi riescono a delineare il loro stile ed il loro carattere in maniera chiara e definita. Le canzoni sono tutte lente, romantiche, oscure, melodiche e ricche di idee. Gli arpeggi di “Enchantment” supportati da tastiera e ritmica distorta sono semplicemente fantastici. L’influenza jazz di “Grand Mistery” delinea lo stile personale ed innovativo del progetto. I due pezzi che seguono, “Let Your Desires” e “Maybe”, invece, propongono la voce femminile di Maria José Martos de la Cruz (lead vocals sulla prima, backing vocals sulla seconda), la quale, pur appartenendo allo stile gotico comune in queste bands, risulta essere particolarmente calda, romantica, attraente e mai monotona. Un progetto ambizioso, che con questo mini album imposta le basi per un futuro creativo molto interessante da seguire con attenzione.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10