(Ghost Label Rec.) Sottovoce ma urlando. Senza quiete o dolcezza, attraverso una netta presa di posizione verso la vita, raccontando fatti e sensazioni con sottile ma chiara intenzione di raccontarla tutta. “Sottovoce” è nel suo senso un ossimoro. I fratelli Mangano si presentano con un nome originale, un titolo che lascia capire l’uso dell’italiano e dunque un messaggio che arriva direttamente e al completo. Nessuna ambiguità, ci parlano chiaro. Musica possente, legata all’alternative rock/metal che ricorda lo stile degli anni ’90 e qualcosa dei vecchi Linea 77. I Mangano sono bravi a mostrarsi variopinti, attraverso canzoni che elevano un cantato in free style o rap, altre con voce roca e comunque pulita oppure ai limiti del growl, proponendo un comparto vocale in contesti dove o rock, o metal, o crossover oppure pop (“Io ci sarò” può andare su Radio Italia), risultano coerenti con il senso generale della musica e dei testi. “Non È Franscesca” di Lucio Battisti viene rivoltata verso il rock, “Che Sarà di Noi” alterna quiete a metal, “X” è un altro impeto rap-rock e andando avanti così i minuti di questo “Sottovoce” passano piacevolmente, ma non come un sussurro sottovoce. Il senso di questo album cerca una maturità, una formazione dell’individuo non facile ma necessaria.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10