(EMP Label Group) Nati nel 1995, i Motograter si sono lanciati nella scena metal con l’EP “Hugh Chardon” pubblicato tre anni dopo. In ventidue anni ne sono successe di cose, come ad esempio un album omonimo nel 2003 e altri EP, oltre a un’immagine costruita su un body painting di tipo tribal e ‘post-qualcosa’. Soprattutto però quel fatidico full length, vide alla voce Ivan Moody, il Ghost (suo soprannome) di Five Finger Death Punch. Inoltre la canzone “Suffocate”, finì nella colonna sonora del remake di “The Chainsaw Massacre”. Insomma, una band che nonostante non vanti una discografia cospicua ne ha di cose da raccontare. “Desolation” è, finalmente, il secondo album e si fonda su un’immagine di oscurità, intarsiata da un nu metal con ampi tagli melodici e sprazzi neo-industrial. La produzione di Ahrue Luster (Ill Nino e ex Machine Head), evita sbavature e conferisce alle canzoni maturità. James Legion è la voce e si distingue per un uso clean e con impennate in growl. Quando quest’ultima modalità vocale entra in gioco, le chitarre scattano su un livello groove metal. Canzoni piacevoli, alcune anche orecchiabili, ma molto simili nella struttura Ben diversa è la capacità di sviluppo delle melodie. Anzi, la band concede anche un brano parzialmente quieto, “Bleeding Through”. “Misanthropical” ricorda i Disturbed, ma non è l’unico scorcio dell’album che guarda all’illustre band di Chicago. Nonostante tutto con “Desolation” i Motograter esibiscono la giusta carica, buoni riff e soprattutto una batteria dinamica. Considerando che sono passati quattordici anni dal primo album omonimo, non era facile per i californiani riproporsi con qualcosa di veramente concreto. La band poi ha di nuovo lavorato sulla propria immagine, mostrando foto e video promozionali il cui aspetto dei membri è stato curato da Sam Shearon, fumettista e autore per opere di Clive Barker, oltre a “Judge Dredd”, “The X-Files”, “Mars Attacks”, Kiss, Biohazard, Iron Maiden e tanti altri. Anche questo è parte del marketing e viene utile per rilanciarsi.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10