(Blood Harvest Records) I Tehom son si al debutto, ma la pubblicazione di un cd per i componenti è stata solo una formalità, visto che militano nell’ambiente da ormai vent’anni. Si, son tutti veterani questi svedesi e non lo nascondono nei suoni del platter. Anni e anni a covare nel sottosuolo del black non potevano che portare ad una musica rituale ed occulta, dove la qualità del suono lascia il tempo che trova. Qui si gioca tutto sulle sensazioni, sul far esperire all’ascoltatore una certa atmosfera. Il black proposto è veloce e virulento, simile in alcuni tratti ai Watain più moderni, dove le chitarre macinano riff a ripetizione e le percussioni mettono a dura prova la strumentazione . Non molte le tracce, solo sette, ma di mestiere. Ripeto, sembra che il cd sia una formalità, una sorta di invito a vedere il gruppo nel suo ambiente naturale, vale a dire il palco. Si, diciamo che questa uscita non è considerata da chi scrive nemmeno un inizio di una discografia, bensì un invito. Invito ad approfondire un mondo qui solo accennato. Un mondo costruito senza orpelli ne pietà, come recita il titolo. Qualitativamente parlando, l’album è senza dubbio al di sopra, ben al di sopra della media delle pubblicazioni black odierne. Scusate se è poco…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10