(Metal Blade) Dopo il non brillante (almeno per chi scrive) “One Man Army”, i battle metallers Ensiferum tornano alla carica con un settimo disco che, se pure non può eguagliare i capolavori dei primi anni 2000, si attesta su ottimi risultati complessivi, e nella mia personale classifica supera sicuramente gli ultimi tre full-“length”. Dopo la intro, come sempre di una certa lunghezza e non inutile orpello d’apertura, “For those about to fight to Metal” è in parte un omaggio agli AC/DC (impossibile non indovinare da dove venga il riff!), dall’altra una classica ed epica tirata nello stile della band, attestato ormai da qualche anno fra il pagan e la soundtrack music. “Way of the Warrior” è un up-tempo allegrotto e orecchiabile; della titletrack segnalo soltanto che il brano dove più risalta (in negativo) la non ottimale resa dei suoi di batteria. “King of Storms” è veloce, serrata e trascinante; costituisce un bel dittico con “Feast with Walkyries”, dove invece si esprime la dimensione più giocosa e ‘quadrata’ delle tendenze folk da sempre presenti nel sound dei finlandesi. Leggero l’approccio di “Don’t you say”, presente in una doppia versione in harsh e clean vocals, che con un altro arrangiamento poteva essere una hit hard rock, mentre “I will never kneel” si distacca dagli altri brani sia per il maggior apporto delle keys, a tratti pompose fino al gothic, sia per la presenza più sostanziosa dietro al microfono della strumentista Netta Skog. “God is Dead”, pure in doppio formato, al netto dell’ironica chiusa d’organo, è una scatenata ballata da taverna; prima della outro acustica in finlandese abbiamo ancora “Hail to the Valor”, un mid-tempo ‘drammatico’ che raggiunge nei passaggi più stentorei una epicità manowariana. I guerrieri di Markus Toivonen tornano a volare alto: quasi non me lo aspettavo più!

(René Urkus) Voto: 8/10