(Total Metal Records) Ricordo ancora il comunicato stampa dell’etichetta che annunciava l’album degli ucraini Dimicandum (significa “deve lottare”) e in esso avvertiva che i testi (non in mio possesso) affrontavano tematiche degli antichi miti e filosofici e delle ultime scoperte scientifiche. Argomenti profondi e complessi, per musica che mette sullo stesso piano nu metal, melodic death metal e gothic. Un sound corposo, ma denso di melodie che si sviluppano continuamente nei pezzi. Atmosfere malinconiche o ampie divagazioni epiche, riff poderosi e spesso sorretti da un drumming pompato dai trigger (e dalle velocità sempre ridotte). Con il cantato di Roman Semenchuk che tocca buone vette in termini di pathos e differenzazione vocale e con Oleg Aditon che ricama degli assoli heavy, accattivanti e dei riff che abbinati alle tastiere di Anastasia Loginova creano degli scenari d’atmosfera. I Dimicandum sovrappongono dunque un qualcosa di tradizionale ad un carattere più moderno e “The Legacy of Gaia” diventa interessante per le nuove generazioni, ma con spunti ben equilibrati e che strizzano l’occhio ad ascoltatori dall’orecchio più allenato. Tra queste canzoni mancano quelle memorabili, ma l’assetto generale è un buon punto di partenza per la band che deve ulteriormente maturare.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10