(Loud Rage Music) Da quanto non recensivo del doom funereo… Eppure dalla copertina avrei dovuto intuirlo, non lasciava molto spazio a dubbi. Solo cinque tracce per più di un’ora di musica, dove ti ritrovi ad essere scaraventato nella depressione e a sperare di arrivare, fiato sospeso, alla successiva nota esalata con parsimonia e lentezza. Senza fretta, tanto la morte raggiunge chiunque. Non ho capito se la voce growl che appesta tratti dell’album è della stessa ugola che canta in pulito, ma devo dire che sarebbe meglio che si usasse sempre il growl, la controparte ‘pulita’ stona con il resto del gruppo, sembra decisamente fuori posto, sgraziata e insicura, si sicuro poco incisiva… Peccato perché il resto dell’album funziona. Certo, è una continua agonia messa in musica ma è proprio ciò che vuole chi cerca questo particolarissimo genere musicale, molto di nicchia eppure piuttosto richiesto. Le tracce sono molto ampie e aperte, lo stile doom classico, lontano anni luce da quanto proposto dai Candlemass e prima ancora dai Black Sabbath, quasi un genere a se stante. Ripeto, poteva ambire a voti alti, ma quella voce pulita… peccato.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10