(Wolfmond Prod) Si è già scritto in passato come SiN, il musicista russo dietro a Astarium, che la sua musica è molto evocativa, pur tracciata dai limiti insiti nei mezzi a sua disposizione. SiN sviluppa melodie, canzoni interesssanti, pregne di melodie dal carattere symphonic e atmospheric nel suo black metal. Purtroppo però alcune sue pubblicazioni risentono di suoni eccessivamente digitali. Questa volta le cinque composizioni che albergano in questo split con Antiquus Scriptum, vedono il black ambient di Astarium esprimersi comunque attraverso coordinate elettroniche, artefatte al computer, ma la qualità sonora, o quanto meno la resa e maggiormente la musica e le melodie che produce, sono a un livello ottimale. Astarium si presenta con circa ventitré minuti di musica. Due composizioni che vanno oltre i dieci minuti e tre tra i tre e mezzo e gli oltre cinque. La ciclicità dei suoni di “Great God Pan. Experiment ” diventa accattivante. Bellissimo il contrasto tra gli aloni elettronici, i pattern ritmici e le tastiere. Una stratificazione ai limiti dello space rock che riprende poi in “Great God Pan. Divine Legacy”. La nube ambient ed elettronica si leva anche in “Coition With Horror”, con un piglio rumorista. “Wine of Sabbat” vede SiN spostarsi verso il black metal, ma con uno spirito industrial e un’atmosfera che ricorda anche i Death SS o comunque un certo metal lugubre. Con questo stuolo di pezzi SiN spazia verso un electro-avantgarde stupefacente, elaborato e concepito con suoni che si sommano a suoni e si sommano ad altri per un’atmosfera finale che potrebbe ricordare un Vangelis brutalmente campionato.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10

Tuttavia lo split è aperto dai Antiquus Scriptum, realtà portoghese attiva dalla fine degli anni ’90, gestita da Sacerdos Magus con alcuni sessionmen. Nutrita la discografia del portoghese, almeno quanto quella di Astarium. In “…and the Forests Are Dark, Where They Gather… the Guardians of Time” Antiquus Scriptum presenta con un black ruvido, fatto alla prima maniera del genere e con pesanti influssi thrash metal. Quattro pezzi, dei quali uno di oltre diciassette minuti, un po’ forzato nella forma, ma sbucciando via le varie fasi, il nocciolo della composizione è interessante. AS mostra palesi influssi viking e improvvise soluzioni symphonic, dettate da lunghe sfuriate epiche. Il cantato di Sacerdos Magus è clean, a tratti roco e lo si vedrebbe bene in una band thrash-hardcore. La cosa rende il tutto apprezzabile, aumenta la melodia dei brani, anche grazie all’inserimento di cori in risposta ad alcune strofe, come nella canzone “A Shape of Space & Time”. La produzione è buona, di un certo livello e permette di percepire i suoni in modo pieno. Lo stile è un’altalena, un insieme di cose, di generi che si legano tra loro. Forse Sacerdos Magus eccede a volte, ma è pur sempre un personaggio con idee affatto limitate.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5 /10

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