(Buil2Kill Rec.) C’è molto rock and roll in questo grunge-stoner che percorre i cinquanta minuti totali di “Empty Nation”. Canzoni martellanti, nel senso che picchiettano la testa entrandovi con ariosa energia. Album piacevole che rievoca i fasti della scena di Seattle degli anni ’90, ma sarebbe questa una semplificazione. Di base oltre al rock and roll, c’è il punk che determina un sound sbarazzino, “Rainbow”, ma capace di impeti possenti e impetuosi, “Spread and Multiply”. Duby Dub è un discorso diretto all’ascoltatore, sempre e anche quando la band appare semplice e canticchiante, “I’ll Lose Myself”. I ferraresi sanno creare un ‘wall of sound’, come in “Romance” o “Right Now”, pur lasciando che ogni strumento emerga con la propria potenza. Ogni canzone ha un suo risvolto, ogni canzone ha un suo modo di essere anche se tutto rientra in uno schema preciso, fatto di riff portanti, il basso che crea suoni e atmosfera come una maniera noise, come nell’opener “You and I”, la batteria scarna e battente, un cantato che centra tutti i ritornelli, non da meno le strofe. La conclusiva “Deny” mette in risalto l’anima dei Dubby Dub che prevede anche echi pop, come quelli del brit pop, ma la band non è lontana dalla libera frenesia grunge. Ad ogni modo Dubby Dub è vera energia e esposta in tredici canzoni che passano come aria fresca.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10