(Autoproduzione) Il progetto “SenzaVita” nasce dalla specifica volontà di usare l’italiano come lingua nel cantato, uno strumento attorno al quale costruire il resto della canzone e non viceversa. Per ammissione dello stesso creatore del progetto, ogni canzone è stata pensata per essere una struttura a se stante, una serie di pensieri su specifici argomenti. Tale varietà si riflette in una serie di tracce che spaziano dal thrash a tinte death della canzone di apertura alla californiana “La Fanteria”, dai richiami degli In Flames più cupi di “Inferno” alla più sintetica traccia che da il titolo al gruppo e all’album. Si può sentire il grande sforzo compositivo dietro ad ogni pezzo, si sente che il tempo passato a produrre il materiale copre un bel po’ di anni. Diciamo che la varietà è il marchio di fabbrica del lavoro e solo in secondo piano colpisce il cantato in italiano, che comunque considero gradevole, non sforzato e soprattutto ben amalgamato con la struttura musicale. Mi rendo perfettamente conto che non è nella cultura metal il cantare in italiano, una lingua comunque dura e poco malleabile quando si parla di metriche ma lo sforzo è davvero apprezzabile, nulla da dire. Invece mi sento di muovere delle rimostranze nella produzione, a mio avviso un po’ acerba anche per una autoproduzione. Ma è davvero un aspetto negativo in mezzo a sole note positive, quindi deve solo essere di sprone per i lavori futuri.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10