(Art Of Melody Music / Burning Minds Group) Debuttano gli Italiani Mindfeels con questo album intenso, curato ed estremamente melodico. Siamo in pieno territorio AOR, ma è impossibile non notare un certo livello stilistico che trascina la release dalle parti del progressive, specialmente per la cura passionale di ogni fraseggio, componente ritmica o linea di basso: non siamo davanti alle canzonette AOR pensate solo per la radio, ci troviamo piuttosto al cospetto di un album che offre spazio ad arrangiamenti ricercati, tanto che la stessa chitarra offre un calore dannatamente blues che trovo irresistibile. Non è un caso se tanta tecnica sia già presente nel debutto: I Mindfeels hanno una storia lunga, iniziata oltre vent’anni fa… con altri nomi, brani propri o cover, altri vocalist… fino al consolidamento, al nuovo nome e a questo (nuovo) inizio di percorso, il quale risulta molto promettette. “Don’t Leave Me Behind” conferma subito la mia teoria prog-AOR: melodica, energetica, un po’ ruffiana ma capace di far emergere una chitarra creativa, un basso irresistibile, delle keys suggestive e linee vocali ad ampio range. “Soul Has Gone Away” è pulsante, cristallina, forse il brano più diretto e ‘semplice’; “Hidden Treasures” è sensuale, provocante e nella struttura ‘blueseggiante’ esprime un’atteggiamento hard rock classico, roba da arene, da stadio pieno. Un po’ funky, vagamente southern ”The Joker”, brano decisamente elettrizzante con una potenza che rivela un ribelle DNA rock. Percussioni dinamiche su “Skyline”, calore intenso e feeling ottantiano su “Speed”, mentre riemerge la vena hard rock sulla bellissima e coinvolgente ballad “These Words”. Esempio di superiorità tecnica su “It’s Not Like Dying”, un brano dove basso, batteria e chitarra regalano emozioni uniche… anzi, in realtà ripetute con la seguente “Touch the Stone”. Un album intenso e solare. I musicisti sono dotati di una tecnica grandiosa sia a livello esecutivo che compositivo. Il vocalist, l’unico elemento non storico della band, ha una voce molto potente con una estensione vocale veramente notevole (il suo unico neo, secondo me, è la pronuncia dell’inglese…un po’ troppo …’italiana’). Una band che tecnicamente potrebbe suonare qualsiasi genere: dal blues al rock, dal metal al prog, passando per i labirinti del jazz. Versatilità e gusto creativo illimitati: ma “XXenty” racchiude, svelandola, un’altra componente primaria che caratterizza i Mindfeels: una passione per la musica smisurata, assolutamente illimitata.

(Luca Zakk) Voto: 8/10