(Non Serviam Records) La gestazione di questo lavoro, vengo ad apprendere, è stata piuttosto lunga e travagliata, segnata soprattutto dall’instabilità della formazione. Bisogna difatti tornare al 2012 per avere un’altra prova discografica del combo. Al di là di questo si può dire dopo il primo ascolto che l’album in sé non ha risentito di queste turbolenze, anzi. Il gruppo sembra non essersi mai abbattuto d’animo e il risultato è questo “The Selected Breed”, un disco che può rientrare nel filone del death tecnico ma non solo. L’atmosfera e gli inserti di tastiera sono una costante in tutto il lavoro ma non dobbiamo pensare a del death melodico in quanto l’aggressività e la ferocia delle tracce suggerisce virate al brutal più che al death orecchiabile. Alcune tracce sembrano una versione più death dei Behemoth, giusto per dare una qualche coordinata stilistica, ma sempre con un occhio di riguardo alla struttura prettamente tecnica e alla parte ritmica molto serrata. Il vocione in growl molto profondo non fa che accentuare la sensazione di trovarsi di fronte a musica molto pesante senza compromessi, con nove tracce di musica che vogliono confermare una posizione ben salda verso gli stilemi del death tecnico. Diciamo quindi che ogni tentativo di trovare del ‘morbido’ in questo album è miseramente fallito ma è indubbio il fatto che il disco funziona, non ha riempitivi e soprattutto è suonato da gente capace. Puliti.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10