(Sliptrick Records) Per capire il perché di certe mie valutazioni occorre fare una piccola premessa. Prendete la musica cosiddetta celtica, quella che sentite alle feste celtiche per intenderci. Secondo voi a cosa ci si riferisce col termine ‘celtico’? La musica in questione è secondo voi quella che suonavano all’epoca dei celti o è un insieme di suoni che richiama ad un tempo ancestrale fatto di ferro e fuoco, battaglie e razzie? Certamente la seconda opzione. Quindi, a rigor di logica gli Amon Amarth cantano grossomodo dei vichinghi, non ne recuperano i canti. Concordate? Ecco, allora partiamo col dire che i Samadhi Sitaram c’entrano con l’ambiente e la religione induista solo in virtù del fatto che questo loro album è incentrato su questo argomento, ma loro fanno death metal tecnico/melodico e tutto sommato lo fanno pure bene. Però in alcune tracce i suoni virano un po’ verso sonorità più moderne come gli Slipknot (“Apotheosis”) o in altri casi verso strutture più recitate in stile Behemoth (“Orgy”)… La registrazione è molto buona e guardando il sito facebook del combo ho notato che è pure stata prodotta una mole di video non indifferenti e tutti a livelli professionali. L’unica cosa che secondo me stona un po’ è la copertina, davvero poco incisiva e più adatta ad una demo che ad un album completo. Ma mai giudicare il libro dalla copertina dicono, invece io lo faccio fin troppo spesso. L’album comunque non ha particolari falle e le tracce sono comunque varie, anche se quest’ultimo aspetto snatura il concetto stesso di concept. Mi accorgo comunque che mi sto attaccando a dei particolari irrilevanti per trovare davvero qualcosa che non quadri in questo gruppo, particolari che non inficiano minimamente la sensazione positiva percepita all’ascolto.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10