(Bestial Invasion Records) Non vanno certo per il sottile gli Atomic Roar, quartetto brasiliano dedito sin dal 2003 ad un thrash metal feroce, veloce e grezzo. Dopo una breve intro, tocca alla title track ad aprire il lavoro con riffs arrembanti, semplici e concisi, ideale punto d’incontro tra Sodom e Venom. Decisamente più punk oriented la successiva “Dreaming In An Iron Shelter”, aperta dal basso e dalla batteria con riffs che richiamano pesantemente Discharge ed Exploited. “Nobody Wins” e “Ghost City” chiamano nuovamente in causa la band capitanata da Cronos, sia nelle strutture tra speed metal e rock and roll motorhediano, sia per quanto riguarda l’approccio vocale. “Scent Of Fear” è maggiormente strutturata nel riffing, maggiormente influenzato dalla NWOBHM e dallo speed, avvicinandosi agli slayer degli esordi. Dopo questa manciata di brani tirati e diretti, lascia un po’ stupiti trovare nel finale un brano decisamente più lungo e lento rispetto alle tracce precedenti. “Winds Of Wasteland” è pregno di atmosfere sinistre ed horroriffiche, con partiture doom epiche ed evocative. Di certo “Never Human Again” non brilla di inventiva, né propone alcunché di innovativo. Ma i brani scorrono piacevolmente, e gli amanti dello speed thrash degli ’80s troveranno pane per i loro denti.

(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10