(autoprodotto) Beh, le informazioni fornite insieme ai file audio dell’album erano così dettagliate che mancava poco fossero da sole una piccola recensione del prodotto. Partiamo col dire che c’è solo una mente ed un esecutore dietro a questo progetto; sottolineo che si tratta di un autodidatta, il che può sembrare difficile visto che lo stile proposto si avvicina molto al progressive, genere comunque non facile da suonare. Eppure questo friulano ci è riuscito e pure bene, visto il risultato. Essendo che il materiale è stato composto in una arco temporale che supera il decennio, giustamente le idee sono si state amalgamate sotto un unico stile ma si sente l’anima di ciascuna composizione. Potremo definire il genere proposto come metal progressivo a tinte siderali e leggermente psichedeliche, dove a farla da padroni sono gli strumenti e loro soltanto. Il cantato non è previsto, anche se c’è stata la particolare soluzione di mettere in sottofondo di alcune tracce le registrazioni originali di famose poesie attraverso la voce degli autori stessi. Una nota particolare che ha donato a mio avviso fascino ad un lavoro non certo facile e con alcuni passaggi ostici ma con tantissima personalità e abbastanza carica emotiva.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10