(Karisma Records) Un debutto pieno di oscurità luminosa, amarezza romantica e a tratti dolce, possente energia piena di quiete ed indole introspettiva. Sono di Bergen, Norvegia, ed offrono un rock elettrico, ma anche psichedelico, con idee progressive ed una direzione dark wave che non rifiuta parentesi di derivazione metal, con chitarre e riff taglienti ma anche suoni dolci, provocanti ed invitanti. Molta malinconia, molta oscurità, caratteristiche che si manifestano in una spontanea sensazione di piacere, di coinvolgimento, di magnetismo… anche grazie alla stupenda performance del vocalist che ricorda in qualche modo l’ampiezza vocale di Morten Harket degli A-Ha. Oscura “Natteravn”, lenta, eterea ma senza negare spazio a chitarre pesanti, facendo l’occhiolino ad un certo tipo di doom. Melodica, molto melodica, suggestiva e sensuale “Hjertedød”. Blues, dark blues, con la fantastica title track, mentre suona inneggiante, sognante e ricca di viaggi senza precise mete, la dolce “Breath In The Air Like Fire”. Heavy rock di stampo classico con “Kyss Mine Blodige Hender”. Rock che si manifesta dal nulla, da atmosfere fredde e surreali su “Fish”, mentre la conclusiva e lunghissima “Fallvind” trasporta in un viaggio sonoro, psichedelico, mentale e sentimentale disperso tra i sogni, con scariche elettriche stimolanti e momenti profondi ricchi di sentimenti oscuri. Debutto alquanto strano: un album che avvolge, rapisce, imprigiona. “Myth of Earth” sembra quell’album soft che può essere ascoltato con piacere in sottofondo, per creare un po’ di atmosfera, per instaurare un clima di romanticismo … ma è solo un’apparenza, perché quel sottofondo cresce, si intensifica e diventa predominante.

(Luca Zakk) Voto: 8/10