(autoprodotto) Se cercate in giro, vedrete che i finlandesi Darklaid hanno all’attivo un album e che sono appartenenti al filone melodic black e post black. Ma la realtà è diversa e, secondo me più interessante ed originale. Una impostazione black c’è di sicuro, specialmente per l’ottimo scream-growl del vocalist, ma musicalmente il post non lo percepisco proprio, tanto che oltre al black melodico e suggestivo (con spunti dai vecchi Immortal) ci troviamo in un gustosissimo ambito di gothic black, una cosa non così ovvia, diffusa e scontata. Una dose di oscurità incattivita da sonorità taglienti, grintose e mai furiose, collocano questo EP di quattro tracce in un contesto pieno di decadente energia, di oscurità prettamente gotica, con un remoto richiamo a idee degli HIM, ma espresse in forma completamente diversa, più estrema, più incisiva e decisamente non romantica. Melodia che entra nel cervello sulla opener “Goddess Of Thulean Rime”, brano con un singing possente ed una ritmica pulsante ricca di un groove che sfogia in una energia di stampo gothic rock. Mid tempo intenso su “Hollowed Out”, un brano che si abbandona ad un riffing tipico del melodic death svedese. “Wayward Moon” apre dolce, la dolcezza del peggiore degli incubi, prima di esplodere aggressiva ma sempre con una melodia dominante molto identificativa e personale, capace di dar spazio ad arpeggi deliziosamente inquietanti fino ad un intermezzo tetro che riporta tutto nei territori gotici. Ricca di atmosfera, di natura crudele, pura e senza confini sulla conclusiva “The Great White Wind”, un brano che si avvale di ritmiche possenti, irresistibili e sempre di stampo gothic. EP godibilissimo, piacevole, catchy ed che ama farsi ascoltare a ripetizione. Se questi quattro finlandesi decidono di fare un full length partendo da questi presupposti, siamo davanti ad un potenziale ottimo album, ricco di una dimensione trasferibile anche sul palcoscenico con teatralità e coinvolgimento.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10