(Avantgarde) La bestia austriaca più malvagia di sempre si ripresenta con il decimo album. Sono circa venticinque anni che gli Abigor riversano il loro male con un black metal senza confini. “Höllenzwang (Chronicles of Perdition)” è l’essenza stessa della band: black metal cattivo, cattivissimo, ritmiche agili ma poderose, guitarworking strutturato eppure nero e malvagio. Lo stile degli Abigor è sempre strato torbido, ormai spogliato del suo lato folk, ma rinforzato da punte epic. Eppure è l’essenza del male quel qualcosa che si avverte in ogni album della band. Anche questa volta è così e l’opener “All Hail Darkness and Evil”, mette da subito in chiaro che T.T. e P.K. hanno suonato al meglio possibile se non di sempre. Quelle trame magniloquenti degli Emperor che sembrano rinascere sotto una luce più torbida, comunque figlie di un’architettura suprema, generate da lande ammantate di nebbia, nubi, neve e che mai hanno visto il sole. L’andatura dei pezzi di “Höllenzwang (Chronicles of Perdition)” raggiunge una sua complessità attraverso la velocità, al contempo un’autoritaria e pavida forza fa terra bruciata attorno a se. Anche il comparto vocale è qualcosa di unico: la sensazione è che più volte si ricorra a un recitato, a un’interpretazione dei testi, da parte del sessionman Silenius (Summoning, non la prima volta con gli Abigor), più che a un piano canonico del cantato stesso. Qualcosa di agghiacciante questo album, figlio delle ombre e della notte. “Höllenzwang (Chronicles of Perdition)” è un buco nero, risucchia la luce, non brilla, grava nell’universo conosciuto come una minaccia. Una minaccia ruvida, per le proprie sembianze sonore: una chitarra nel canale destro e una in quello sinistro, il basso è al centro e per il resto nessuna sovraincisione o aggiunta di altro. Scarno, essenziale per come è stato registrato, con un’atmosfera da black anni ’90, eppure al di fuori di quel tempo stesso. L’album prende il titolo da un libro dell’alchimista Johann Faust. Dunque un altro grimorio di cose innominabili, che si aggiunge alle tante che popolano l’universo del black metal.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10