(ATMF) Forse tra gli album black metal più significativi nella storia del genere. Nati agli albori degli anni ’90, nello stesso periodo in cui altre formazioni illustri mossero i primi passi, come Emperor, Satyricon o Immortal, dopo due demo i Forgotten Woods si fanno notare per l’album “As the Wolves Gather” che la ATMF ha ristampato con l’EP “Sjel Av Natten”. Era il 1994, un anno florido di idee per il genere, per esempio Burzum pubblicava “Hvis Lyset Tar Oss” e i Darkthorne “Transilvanian Hunger”. Al tempo i Forgotten Woods erano gli esponenti di un black si scarno nei suoni, ma strutturato. Anche “The Curse of Mankind” marca ancora questo modo di suonare della band: fasi veloci intervallate da mid tempo, improvvisi arpeggi ipnotici e lenti, reiterati, blast beat improvvisi, una soluzione che nel primo album è quasi del tutto assente e in questo secondo non è abusata. Riff dirompenti o semplicemente avvampati da un carattere heavy per quanto sono lineari e immediati. Le chitarre, di Olav Berland, nei Forgotten Woods sono qualcosa di estremamente dinamico nell’economia del songwriting. Oltre settanta minuti di ferocia e poetica nordica, non lontani concettualmente dai primi lavori di Burzum, il tutto però attraverso un modo personale di suonare il black metal, in maniera essenziale e variando i pezzi. Uno stile che tende quasi al progressive. Al microfono Thomas Torkelsen, aspro con il suo scream, ma affiancato da inserti vocali di Rune Janne, sua unica presenza nella storia della band. Completa la formazione il basso di Rune Vedaa. Berland, Vedaa e Torkelsen diedero anche vita ai Joyless. La ATMF ristampa l’album con tiratura limitata, inserendovi inediti e versioni alternative delle canzoni, oltre a note biografiche di Rune Vedaa. Doveroso precisare che questa è l’unica versione ristampata riconosciuta dalla band, la quale si è trovata negli anni costretta a fronteggiare ristampe mai autorizzate.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10