No “Please take care of our fan!”. È questa la frase con la quale Christofer Johnsson mi ha salutato, congedandosi, la sera tardi del primo marzo 2018, dopo gli eventi della serata.

Un suo fan cinese, studente in Liguria, si era intrattenuto fino alla fine; era appiedato ma alloggiato nella mia stessa struttura: una passaggio in auto era d’obbligo, con la sincera felicità di un Christofer, ormai esausto ed euforico per la serata.

Tutto normale, tutto ovvio tranne il fatto che l’euforia e la felicità di Christofer non derivavano da un grandioso concerto dei Therion e delle altre tre band di supporto sparpagliate in due giganteschi tour bus, ma da una cena alla quale ha partecipato un estratto variegato di musicisti, fans e noi inviati di METALHEAD.IT.

Pomeriggio assurdo, serata strana. Giungo al Circolo Colony in perfetto orario per l’intervista con Christofer, a metà pomeriggio. Strade praticabilissime, qualche fiocco di neve… ma dopotutto è inverno in un’area alpina… non siamo certo in piena estate sulle coste caraibiche!

Le bands sono tutte al Colony. Il quale è aperto, ma sostanzialmente… chiuso.

Per motivi ancora poco chiari (aehm…) il concerto della serata è stato annullato per ‘problemi meteo’, ovvero la normale neve della stagione! Con Alexander degli Imperial Age scherzo sull’assurdità di cancellare un concerto di una band svedese ed una russa per una simile ridicola causa. Cose ironiche… specialmente considerando che i due bus sono riusciti ad arrivare a Roma per la serata successiva (ma le strade non erano impraticabili, e non era Roma in emergenza meteo?)… per poi arrivare a Bologna un ulteriore giorno dopo, una Bologna innevata (il giorno prima molte autostrade con direzione Emilia Romagna erano chiuse!). I concerti di Roma e Bologna si sono svolti regolarmente.

Il gestore del Circolo Colony, nonostante gli fosse stato notificato l’annullamento della serata, si è recato comunque in loco, riscaldando l’area, offrendo docce e servizi alle band… e pure alimentazione elettrica per i due mega tour bus che -per regole imposte ai conducenti- non potevano lasciare il parcheggio fino ad un’ora dopo la mezzanotte, praticamente al teorico orario di fine concerti.

Tom, l’impeccabile e preciso tour manager mi accoglie per l’intervista con Christofer offrendomi i canonici ed inflessibili 20 minuti, poi convertiti in un’ora da Christofer stesso (il quale ha specificato si trattasse di 20 minuti ‘italiani’!).

Dopo Christofer è il turno di Alexander e Jane degli Imperial Age, i quali hanno richiesto un’altra ora (nell’altro tour bus), per chiacchierare, discutere, parlare del loro nuovo album. E per bere del caffè (tecnicamente un latte macchiato enorme).

Dopo tutto questo tempo con le band, mentre il resto di membri e i vari roadies cazzeggiava o riposava sui divanetti del Colony, sfruttandone il wifi gratuito, è arrivato l’ovvio orario della cena. Ognuno per conto suo? Giammai!

Anzi! Christofer ha voluto dichiarare pubblicamente (via social) dove si sarebbe tenuta la cena, per far si che eventuali fans dispersi in zona -privati ingiustamente del concerto- potessero recarsi al ristorante per un improvvisato meet & greet (& drink)!

La cancellazione di un concerto è una cosa triste per coloro che amano la musica, ma per un fan.. poter cenare con il proprio idolo è un’occasione unica… e se mettiamo tutto sulla bilancia, possiamo affermare che le bands sono attive, e che un prossimo concerto sarà una realtà abbastanza prossima. Quindi cenare e far casino con gente solitamente inarrivabile appartenente al palcoscenico è una fantastica che non capita poi tanto spesso (mai?), una cosa tra l’altro decisa e voluta da Christofer in persona (il quale scelse un ristorante chiuso, dirottando tutti verso la nuova location suggerita dal gestore del Colony… sempre ad una distanza raggiungibile a piedi).

Seduti attorno ad un tavolo (il cameriere continuava ad aggiungere settori man mano che si aggregavano ulteriori ospiti) gli artisti, senza costumi scenici e strumenti musicali, tornano ad essere gli umani che sono. Christofer viola immediatamente la sua regola, quella della sobrietà durante i tour. Gli Imperial Age provano prelibatezze italiane, sia dal punto di vista del cibo che delle bevande (specialmente queste ultime). Un membro dei mascheratissimi The Devil si divora una pizza e come ‘contorno’ un piatto di calamari (“I love Calamari!!!”), innaffiando tutto con tre bottiglie di birra artigianale da 75cl. Da solo. Un altro ordina un piatto di bruschette come antipasto, e si rende conto che ce ne sono tante da sfamare almeno altri tre commensali (cosa che ovviamente succede).

Noi di METALHEAD.IT, seduti con i due degli Imperial Age, ci scateniamo in una degustazione delle birre artigianali, birre poi colpevoli di un conto non certo in linea con la normale serata in pizzeria.

A due o tre tavoli di distanza, noto due ragazzi. Uno vestiva la maglietta dei Therion… ma un po’ per rispetto, un po’ -forse- per timidezza non osavano disturbare il maestro Johnsson. Io, che osservo e descrivo per professione… dopo aver notato la cosa, suggerisco ad Alexander degli Imperial Age di invitare queste due anime solitarie. Alexander mi chiede il perché generando una mia spiegazione che risulta un mix tra “sono dei fans” e “te se uno di una band, non io… vacci te ad invitarli, cazzo!”. Alexander, non più completamente sobrio, obbedisce… e dai volti che ho potuto notare credo di aver fatto scattare la scintilla per un regalo stupendo a questi due ragazzi. Il cameriere, ormai disinibito (non eravamo certo una tavolata di distinti signori in giacca e cravatta), vede che si alzano per andare verso Christofer… afferra il loro tavolo e lo aggiunge, come tutti gli altri, alla nostra ormai lunga tavolata.

Si susseguono assaggi. Birre. Vini. Amari. Cibi di ogni tipo (mare, pizze, snack, di tutto). Cibi e bevande tra l’altro veramente ottime (…nel caso vi capiti di vagabondare da quelle parti…).

Ad un certo punto il nostro ormai eroico cameriere chiede -a me- qualcosa che, tra alcol e casino, alle mie orecchie è suonato come un “i signori si offendono se porto del limoncello”?

Offenderci? Noi? Ma ti pare? Porta quel che vuoi, basta che sia alcolico! Siamo carichi e ci scoliamo di tutto!

Questa esuberanza festaiola, in realtà, nascondeva una preoccupazione terribile, una devastante certezza: se l’addetto di un locale offre un’intera bottiglia di liquore a coloro che sono seduti ad un tavolo… o è stato colpito da una improvvisa benevola generosità divina … oppure ha dato un’occhiata a quanto abbiamo magnato e tracannato… e a quanto sarebbe ammontato il conto totale!

Ma a noi non fregava più molto. Tra l’altro Christofer è un amante del limoncello, tanto che a casa sua, la famosa Adulruna, tra un riff ed una rock opera, ama distillare il suo personalissimo limoncello il quale poi adora condividere con gli ospiti.

Ovviamente la povera bottiglia ha avuto vita molto molto breve, ma l’intera tavolata ha apprezzato questi piccoli ma intensi scorci di Italia: è mancata la folla italiana, il pubblico del Colony, è mancato il primo concerto italiano, ma almeno non abbiamo deluso questa carovana internazionale dal punto di vista di quel che sappiamo fare meglio (almeno agli occhi degli stranieri): Mangiare e Bere!

Abbandoniamo per ultimi il locale. I vari personaggi della band si avviano verso i tour bus a 10 minuti di passeggiata (tra l’altro salutare, considerato l’abbuffata). Noi di METALHEAD.IT puntiamo alla vettura per tornare all’hotel, ubicato a 3 minuti di strada.

Il ragazzo cinese, con poca padronanza della lingua italiana ed una ancora più scarsa conoscenza della lingua inglese… saluta Christofer. Si dicono qualcosa in qualche lingua misteriosa (forse una citazione di qualche testo dei Therion). Christofer, nonostante brillo, è sinceramente emozionato. Dopo tutti questi anni ancora ama vedere questi ragazzi che fanno di tutto pur di vederlo dal vivo e sentire la sua musica.

Chiede al ragazzo dove alloggiava, mi guarda e mi chiede se ho un’auto… incrocio di informazioni e salta fuori che l’hotel è lo stesso dove eravamo installati noi. Ovviamente sono ben felice di offrire un passaggio a questo ragazzo il quale, dopotutto, ha passato l’intera serata seduto al mio fianco.

Saluti. Strette di mano ai ragazzi. Canonici due baci alla bella Jane. Scambio di 5. Per ultimo stringo la mano a Christofer. Ci guardiamo e ci auguriamo di rivederci presto. Magari in occasione di un VERO concerto.

E mentre lascio la sua mano… lui si interessa ancora una volta a questo ragazzo che ha fatto tanta strada da solo con condizioni meteo sballate solo per sedersi a cena con il suo idolo. Mi guarda e dice: “Please take care of our fan!!!”

(Luca Zakk)