(Soulseller Records) Ormai una collaborazione solida e rodata. L’uomo che è tra quelli che sforna più album al mondo in un anno, insieme a una grande personalità, musicale e umana, realizzano il quarto album in cinque anni. Sono rispettivamente Rogga Johansson (Paganizer, Megascavanger e altri) e Paul Speckmann (Master, Abomination). “From The Mouth Of Madness” è un album senza alcuna salutare novità, con tanto mestiere e, a onor del vero, fatto bene. Forse i migliori arrangiamenti di sempre per Rogga e Paul, che non rendono prevedibile questo nuovo full length. C’è un basso molto più pronunciato e intenso. Il quattro corde, suonato da Johansson, si affianca alle chitarre dello stesso e di Kjetil Lynghaug, e doppiando il riffing a cicli. Drumming semplice, essenziale. Johansson esprime riff chiari, il suo modo di suonare è sempre asciutto. Le chitarre sono fonte di melodia e basso e batteria in fin dei conti le vanno dietro oppure creano, forse in misura minore, dei contrappunti. Ad ogni modo questa volta con “From the Mouth of Madness”, il sound, l’old school dell’ex Abomination e signore dei Master e del fertile compositore svedese, sono meno swedish del solito. Quanto meno questa volta la collaborazione suona molto più equilibrata. Meno schemi fissi rispetto al passato, nessuna irruenza, molta varietà nei cambi di struttura, nonostante i tempi e le stesse scansioni ritmiche, assolutamente incessanti, siano per gran parte dei pezzi sempre le stesse. Ritmicamente è “Kill and Kill” il brano che mette in risalto nella maniera migliore le idee di Helgetun, oltre agli spunti degni di nota in “Remove the Creep” e non solo. L’old school dei due musicisti e dei loro colleghi è smussato, molto più possente che d’abitudine e con una componente thrash metal abbastanza pronunciata.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10