(A Sad Sadness Song) Il nuovo lavoro dei Deadly Carnage è esattamente uguale ai precedenti. E proprio per questa ragione risulta completamente diverso, nuovo, originale, unico. E geniale. Il concept album va ben oltre le tematiche terrene, spirituali o anche generalmente cosmiche; è un concept che parla dell’infinito ciclo dell’universo, dalla formazione alla fine con conseguente nuovo inizio, una eterna e lunghissima ripetizione, quasi un cuore che che pulsa, con infinita energia nella quale ogni pulsazione rappresenta un ciclo cosmico completo, un ciclo cosmico il quale in senso assoluto è istantaneo, ma che dal punto di vista umano ha una durata vicina all’eternità. Sogno senza confini, atmosfere post, DSBM, post rock, dark wave… e clean vocals sublimi con l’immensa “Divide”. “Matter” rende viva l’ansia. “Hyle” è un post metal che resuscita gli Isis, evoca i Cult of Luna, in chiave black, in chiave personale, in chiave Deadly Carnage. “Lumis” è solare, stellare, una luminosità lontana in eterno viaggio. Puro infinito con “Ifene”. Mente libera, lontana da materia e spirito con “Fractals”, brano tecnicamente sublime. Ma “Through the Void, Above The Suns” va ben oltre il concept trattato. “Through the Void, Above The Suns” è un black metal, con elementi doom poderosi, come negli album precedenti, ma anche in senso opposto, in un modo nuovo, completamente diverso dagli album precedenti. Ci sono iniezioni di post black. Ci sono suoni di black moderno francese. C’è un atteggiamento avantgarde. Tutto è come sempre, eppure molto diverso. Esattamente come ogni istante dell’universo: apparentemente uguale al precedente, ma totalmente diverso, con un costante cambio di stati, di dinamiche, di combinazioni, di condizioni… sulla strada della costante evoluzione, dell’irreversibile involuzione. Quel ciclo infinito, quello che noi percepiamo come tale, quel ciclo che forse è parte di un altro ciclo più grande il quale contiene quello più piccolo. Forza inferiore dominata da quella superiore, la quale a sua volta è contenuta in un’altra ancor più ampia e dominante… e così verso una ricorsività infinita, sfumando ogni confine spaziale, temporale, dimensionale o energetico. Musica che descrive e scandisce quella scomposizione infinita di elementi, di forze, di dimensioni, la quale ad un certo punto arriva al Quanto. Alla materia. Alla particella. All’indivisibile. All’inscindibile. All’essenza dell’esistenza di qualsiasi elemento dell’universo. Vita compresa.

(Luca Zakk) Voto: 10/10