Nel 1995 l’ascolto di “The Gallery” dei Dark Tranquillity fu una bellissima esperienza. Un album costellato da tecnica impeccabile, melodie supreme, bellissime. Prima ancora c’era stato il debut album “Skydancer” che molti, come me, scoprirono solo dopo il secondo lavoro. Il tempo ha poi visto gli svedesi crescere, evolversi e diventare supremi. Noi ci siamo affezionati sempre più a loro, approvando di buon grado il percorso di crescita. Vale ancora oggi e questo tour che porta ancora in giro “Atoma”, l’ultimo album che i Dark Tranquillity hanno pubblicato nel 2016, lo testimonia con un bel po’ di sold out.
Prima dei Dark Tranquillity però vi racconto di altro.

GENUS ORDINIS DEI

Chi suona con i Dark Tranquillity a Le Grillen? Vacci a capire qualcosa! Infatti prima della data francese i vari canali ufficiali, compreso quello del locale, non riportano le band di supporto. Solo poco prima di mettermi in viaggio scopro, con piacere, che i nostrani Genus Ordinis Dei apriranno il concerto nel capoluogo del dipartimento dell’Alto Reno, insieme agli svizzeri Miracle Flair.
La band di Crema è autrice dell’ottimo album “Great Old Dynasty”. I quattro musicisti riescono a tirare fuori un death con strutture evolute, quasi progressive, ma non senza una certa dose di randellate.
Incrocio, mentre attendo di entrare nella sala, Nick K, voce e chitarra. Mi presento, parlottiamo un attimo e ci diamo appuntamento poi dentro. I GOD erano già sbarcati in Alsazia nel 2016 a Strasburgo, allora erano la band di spalla nel tour dei Lacuna Coil.
Sono sul palco i GOD, pronti, aggressivi, presi da un sound che si estende sulla platea ancora non del tutto numerosa. La band mette in scena sei pezzi pescati dai due album realizzati e il precedente EP, i quali riscaldano un pubblico che sulle prime è lì in ‘modalità zombie’ e che non fatica a carburare a scuotere la testa, sospinto e coinvolto dai micidiali ritmi dei GOD, tagliati da riff incalzanti, lavorati e carichi di melodie maestose o irruenti. A proposito la canzone “You Die in Roma” ha una resa affatto trascurabile, ben accolta dalla platea anche la sinfonica “The Flemish Obituary”.
Ho detto alla band e soprattutto a Tony Mastermind, chitarra, con il quale ho dialogato a lungo, che complessivamente la mia personale sensazione avuta in mezzo al pubblico, è stata di un’esibizione che ha destato un sincero interesse. Qualcosa di positivo dunque, visto che questa occasione per i GOD si è creata all’improvviso e loro ha ben pensato di sfruttarla.

Foto: Alberto Vitale

 

MIRACLE FLAIR

Svizzeri, appena una sola canzone ascoltata attraverso i loro canali ufficiali, dunque sono andato in contro alla band con scarsa conoscenza. Nicole Hartmann ha una voce che sa essere delicata, lo stile è tra un melodic metal e un heavy-gothic, nel quale la base ritmica ha una parte importante nella resa, vista la presenza di un solo chitarrista. Daniel Maurizi negli assoli mette un tocco di feeling che diventano il momento più caratteristico dei pezzi, i quali sono percorsi da riff molto tonici. Ho la sensazione che la band sia un po’ tesa, infatti la Hartmann si presenta al pubblico solo dopo un paio di canzoni, però il loro set è stato più che gradevole e segnato da un’esecuzione pulita.

Foto: Alberto Vitale

 

DARK TRANQUILLITY

I concerti della band di Goteborg sono un punto d’arrivo per molti, perché la band è una concreta istituzione della scena metal. i Dark Tranquillity vanno visti dal vivo, senza dubbio. Tra il pubblico figurano persone di tutte le età, a conferma del fatto che dal 1991 a oggi, i DT hanno definito un proprio stile, allevandolo, ingrandendolo, affinandolo sempre di più, tanto da salvaguardare sia i fan della prima ora che le nuove leve.
Senza Sondin, chitarrista e autore di molte canzoni insieme al cantante Mikael Stanne, che forse rientrerà appena avrà più tempo, o almeno così si è vociferato qualche mese fa, ecco che le chitarre di Christopher Amott (Armageddon ed ex Arch Enemy) e Johan Reinholdz (NonExist, Andromeda), prendono loro la scena in questo tour, attraverso una perfetta simbiosi che rispetta doverosamente lo stile.
Il palco è allestito con la grafica di copertina di “Atoma” e uno schermo alle spalle della band. Batteria e tastiere affiancate, il resto dello spazio è tutto ad appannaggio di Stanne, delle chitarre e basso. Soprattutto dell’abilità e del loro carisma che si impone da subito. Canzone dopo canzone, aleggia nell’aria quel feeling, ma ancora di più un feedback tra la band e il pubblico. Qualcosa di simile a ‘voi ci volete bene, ma ve ne vogliamo anche noi’.
Stanne parla piano ogni volta, misura le parole che anche qualcuno alle prime armi con l’inglese capirebbe cosa gli sta dicendo. Il suo carisma percorre la scena in ogni momento del concerto. Pesca una ragazza tra il pubblico, parte di un gruppetto di altre proprio accanto a me, e le porge il microfono. Lei canta tutto il frammento della canzone e non sarà la sola volta. Nel bis concesso dalla band, dopo sedici canzoni (non poche), all’inizio del trittico extra, Stanne ricompare a sorpresa in platea per cantare tra la gente, di nuovo rintraccia la bionda di prima e di nuovo la coinvolge. Le conosce tutte le canzoni quella li! Anche un ragazzino viene sollevato da non so chi e canticchia il ritornello di un’altra canzone, con Stanne che gli fa da asta trovandoselo davanti agli occhi. L’entusiasmo della platea in questo concerto è ai valori massimi.
Attraverso gesti semplici, eppure nemmeno tanto convenzionali per una band che si esibisce dal vivo, quei ‘teneroni’ dei Dark Tranquillity sembrano cercare, stuzzicare, trovare il migliore coinvolgimento del pubblico. Credo sia il giusto atteggiamento, un premio, un riconoscimento per tutti coloro che si recano a un concerto. Un modo concreto per degli idoli di ricevere il feedback giusto. Del resto, se non interagisci dal vivo con il tuo pubblico quando allora?
Il 16 aprile è il compleanno di Martin Brändström, tastierista, e la band improvvisa un brindisi con lo stappo di una bottiglia accompagnato da candeline scintillanti. Anche qui Stanne gioca la carta giusta e riempie tre bicchieri porgendoli alle <<nostre fans preferite>>, appunto le ragazze di fronte alla sua postazione.
Diciannove canzoni portano a pensare che i Darks possano andare avanti a lungo, senza stancarsi e senza sfiancare una platea di volti felici per un concerto coinvolgente, parte di un tour capillare.

Foto: Alberto Vitale

(Alberto Vitale)