(Abyss Records) I Daemonicus sono svedesi e lo sono fin dentro le note che compongono questo secondo album. Sonorità tra i Grave e Dismemeber (come per “A Dead Work of Art”, “Blood Red November (MDXX)”, tra le più smaccate) disseminate nel percorso, ma esiste anche del death metal meno “nazionale” per la band in questo “Deadwork”, come in “Embracing Her Remains”, “We Feast on Your Flesh” o per “From Alive to Dead Life”, seducente canzone in mid tempo, oppure “Nothing but Death”. I pattern della batteria sono estremamente robusti, ma Johan Hallbäck si dimostra dinamico e dal tocco pulito. In oltre 43′ la band mette in mostra un sound chiaro, sicuramente derivato ma ben prodotto. Nessuna novità e se da una parte i pezzi si dimostrano efficaci per struttura, nelle melodie i Daemonicus non hanno un equivalente in bravura. Voglio dire che hanno fatto tutto bene, talmente bene da sembrare tutto molto (e troppo) compatto. I pezzi si distinguono tra loro per tipologia del songwriting, oltre ad alcuni buoni spunti che comunque si trovano in giro. Insoddisfatto? No, loro son bravi e appunto da tanto estro mi sarei aspettato qualcosa in più, ma i Daemonicus non sono di certo da buttare.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10