(My Fate Music) C’è molta carne al fuoco tra i solchi di “Mellowhead”, secondo album dei finlandesi Egokills. La band si definisce come “Metal lovers hippies”, una definizione direi azzeccata per la formazione di Tampere. All’interno dei brani troviamo infatti sonorità psichedeliche di fine anni ’60, partiture blues, ritmiche boogie e bordate metal cariche di aggressività e groove. Ad un primo ascolto, l’album può sembrare slegato e fin troppo eterogeneo, da quanto è eclettico. Eppure se ascoltato con attenzione, ci si accorgerà che i pezzi in esso hanno un filo conduttore ben definito, uno stile ben riconoscibile che travalica i generi. Il merito di questo è il lavoro di squadra in fase di songwriting, nel quale hanno partecipato tutti e cinque gli elementi del combo scandinavo. L’opener “Nibiru” è pregna di sonorità riconducibili all’indie rock con una spiccata attitudine punk che si addolcisce all’altezza del ritornello melodico. Ottima la prova del singer Janne Selo, capace di passare da vocalizzi paranoici, nasali e volutamente annoiati a urla vicine al growl, passando per parti melodiche dove dimostra una notevole estensione vocale. Decisamente più heavy le chitarre in “Hollow Promises” con l’accoppiata di asce Niko Viita-Aho/Paavo Pekkonen che alterna riffoni pesanti e belle aperture melodiche. “White Flags” ha un riff portante di scuola blues che sfocia in parti dal feeling southern alquanto massicce, ricordando un po’ i Black Label Society. Dopo le buone “Evolve” e “Dysfunctional” arriviamo a “P.D.M.”, sicuramente il brano più propriamente metal, caratterizzato da ritmiche sostenute , vocals aggressive ed assoli davvero notevoli. La title track è forse l’highlight dell’album, dove sono unite in maniera perfetta sonorità psichedeliche, chitarre degne dei migliori Pantera e divagazioni funky. Un album molto vario e ricco di sfumature che man mano affiorano dopo ogni ascolto e che tiene sempre alta l’attenzione da parte dell’ascoltatore. Un groviglio complesso di sonorità, ma semplice e diretto all’ascolto.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10