(Rise Records) Giungono al dodicesimo album i Sevendust, una delle formazioni più longeve e prolifiche del panorama nu metal/alternative. A tre anni dal precedente “Kill The Flaw, la formazione di Atlanta prosegue quel percorso musicale iniziato appunto con l’album del 2015. Le parti nu metal sono infatti molto esigue, in favore della componente alternative che compare in maniera massiccia, mescolando in maniera ottimale parti melodiche molto catchy ad altre aggressive con parti vocali arrabbiate. È proprio la voce di Lajon Witherspoon il punto di forza della band sin da inizio carriera; ora più che mai, vista la svolta stilistica dei nostri. Mai come ora, il corpulento singer gode di maggiore libertà, avendo modo di esprimersi su registri che vanno dal cantato pulito allo screaming. Musicalmente, il disco appare decisamente più ispirato rispetto al citato “Kill The Flaw”, il quale aveva come difetto principale una certa ripetitività dovuta a composizioni fin troppo omogenee che alla lunga arrivavano ad annoiare. Per fortuna, i Sevendust sono riusciti ad aggiustare il tiro, consegnandoci dodici pezzi decisamente più dinamici ed ispirati, pur mantenendo gli stilemi del precedente platter. Un disco che ci restituisce una band in buona forma, capace di rimanere coerente ad uno stile riconoscibile ed allo stesso tempo a variare la propria proposta.

(Matteo Piotto) Voto: 7/10