(Pure Steel Publishing) Dal Portogallo ci arrivano i monumentali 71 minuti di “The last Dream”, secondo album dei portoghesi Fantasy Opus: un power/prog strabordante e carichissimo, per undici brani dedicati al mare in tutti i suoi aspetti. Si inizia con la trionfale “Ritual of Blood”, che alterna momenti progressive ad altri di power muscolare, con un riff portante alla Gamma Ray; “Chones Ones” intreccia chitarre epiche e ottime linee vocali. Solare e spedita “Conquer the Seas”, mentre “Black Angels” sale da un inizio acustico a un liberatorio finale elettrico. Cambia decisamente registro “Every Scar tells a Story”, che intreccia sonorità alla Symphony X con altre, molto spigolose, alla Evergrey; tredici minuti per la suite “Perfect Storm”, dove abbondano i funambolismi progressive (mai fini a se stessi) e le partiture piacevolmente intricate. A fine scaletta, “Realm of the mighty Gods” vanta contemporaneamente chitarre possenti e un ritornello indovinato. Per gli amanti di queste sonorità barocche, un outsider da tenere in alta considerazione.

(René Urkus) Voto: 7,5/10