(Nuclear Blast Records) Nuova vita per i mitici Immortal. Abbath se ne è andato. Demonaz dopo un’operazione è tornato alla chitarra (aveva smesso nel 1997 a causa di una tendinite)… e già che c’era ha preso possesso anche del microfono nel quale urla i testi del quale ne è l’autore… il tutto sempre a davanti al fedele drummer Horgh. Face painting immutato. Brani dai titoli gloriosi come sempre, inneggianti a battaglie nel nord, a oscurità impenetrabile, ghiaccio eterno e montagne gloriose. Il solito cliché? SI! Cazzo si! E per fortuna! È questo che vogliamo dagli Immortal, perché questo è black metal! La voce di Demonaz non ha nulla da invidiare a quella del precedessore: tagliente, feroce ed in un certo senso inequivocabilmente ‘Immortal’, magari con una aggiunta di passione visto e considerato che il front man canta le proprie parole. Poi c’è quella inconfondibile colonna sonora che sembra scritta appositamente per l’imminente Ragnarǫk, riff trionfali, riff guerrafondai… il tutto alternato dagli inconfondibili arpeggi che sono il trademark degli Immortal e fonte di ispirazione per centinaia di band venute dopo durante questi quasi trent’anni. Gli Immortal sono leggenda. Sono simbolo. Appartengono in un certo senso alla mitologia, e pertanto sono veramente… immortali. La title track apre brutale e violenta. Travolgente “Into Battle Ride”, brano che ovviamente offre un finale con un crescendo epico. Con “Gates To Blashyrkh” esplodono i famosi mid tempo della band, corredati da quegli arpeggi dall’intramontabile sapore epico, arpeggi che materializzano un predominio malinconico a metà brano, prima di esplodere verso un finale devastante! Non lascia respiro “Grim And Dark”, brano nel quale emerge una ipotesi di assolo che intensifica la potenza espressiva. Oscura e meravigliosa “Where Mountains Rise”, altrettanto priva di luce “Blacker Of Worlds”, prima della lunghissima (oltre nove minuti, la canzone più lunga della storia della band) e conclusiva “Mighty Ravendark”, una brano epico, intenso, possente, potente… paragonabile a pezzi di storia mitici quali “Tyrants” o “In My Kingdom Cold”. Album che celebra ed inneggia ad un genere, ad uno stile ed alla stessa band con relativa gloriosa carriera. C’è la potenza degli album più recenti, l’impronta epica degli album intermedi e l’essenza vera e pura degli albori. Gli Immortal riscrivono le regole… o per meglio dire, fanno capire che le regole le hanno scritte quasi tre decadi fa e che vano rispettate con devozione e sottomissione. Questo è black metal in una delle sue massime espressioni di gloria eterna!

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10