(MASD Records) Polvere del sud, miasmi e vapori vulcanici che infestano l’aria, tormentandone lo stesso ossigeno. Tornano gli italiani Wildime, dopo il validissimo debutto del 2015 “Beams of Bones Walls” (recensione qui). Il loro genere rimane quello, rimane sporco, rimane tagliente, rauco ed incancrenito… il loro sound non si scosta da quel southern, passeggiando nei territori desolati racchiusi tra Black Label Society e Pantera… ma le lame sono ora molto più affilate, le punte delle frecce molto più avvelenate, la sete di conquista molto più inarrestabile. “Boaster Trauma” è meno arrabbiato del precedente, ma è maledettamente più fumoso, più oscuro, più introspettivo e graffiante. Headbanging con il mid tempo della title track. Sfacciata e menefreghista “It’s Growing Inside”. Melodia ed assolo molto coinvolgente con “Here to Show the Way”. Irresistibile ed iper-classica, ma con idee intelligentissime, la bellissima “Life’s Dying Fall”. Intensa “Alle He Has”, moderna e pesante “Deny”, rockeggiante “I’m Alive” prima di un congedo tagliente ma sempre polveroso grazie alla conclusiva “Part Of It”. I Wildime accrescono notevolmente il valore artistico: il loro restare fedeli ad uno stile e a modelli noti non ricade più nell’ambito delle similitudini, ma emerge originalità, idee identificative e moltissima personalità. I brani sfacciatamente groove southern metal non seguono più un copione noto, ma divagano, inventano, provocano e propongono. Il tutto con un gusto musicale fantastico, tanto che l’intero disco risulta decisamente catchy ed attraente… una bestia feroce la quale, se ben proposta dal vivo, può dar origine ad un concerto indimenticabile!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10