(Beverina Productions / Casus Belli Musica) I Chanid si presentano ufficialmente al pubblico con questo “Lucifer”, seguito musicale e concettuale del primo demo “Misterium” rilasciato nel 2015. Forgiati da un’intensa attività live, la formazione polacca può considerarsi ormai stabile dopo lo split con il co-founder del gruppo Paplakotor. I trenta minuti che compongono questo lavoro sono suddivisi in sette brani, preceduti da un’intro ambientale nei quali è posto al centro dell’attenzione l’angelo ribelle per eccellenza, Lucifero. Musicalmente siamo di fronte ad un black metal diretto e brutale, che tuttavia non disdegna saltuariamente soluzioni più melodiche ed orecchiabili. La proposta dei Chanid si ricollega a quanto realizzato negli anni da Setherial per il gusto nella composizione dei riffs, ma anche dai Marduk per l’attitudine ‘in your face’ della musica ed ai Satyricon per la sperimentazione in fase di songwriting. I suoni curati e ben studiati in fase di produzione e mixing permettono inoltre alle varie componenti di emergere durante tutto lo svolgimento del lavoro, per un risultato assolutamente godibile. Menzione d’onore per l’artwork curato da Vladimir Prokofiev che riesce perfettamente a trasporre in immagini ciò che il combo di Varsavia rende in musica. L’album si apre con una breve intro dai toni apocalittici che ci conduce direttamente al primo brano “Evocation of Lucifer”. Se il titolo della canzone lascia poco all’immaginazione sul tema trattato, il tiro del brano è certamente notevole: black metal ferale e d’impatto che non vuole fare prigionieri. La voce di Shadar sembra provenire direttamente dalla dimensione infernale. Il manifestarsi dello stesso Lucifero insomma, al quale è concesso raccontare in prima persona la storia che lo vede protagonista. La velocità lascia maggiormente spazio all’atmosfera in “Consummatum Est!”, terzo brano compatto e di sicuro effetto. Con un incedere tanto violento quanto coinvolgente, sono certo non mancherà di fare vittime quando riproposto dal vivo. Stesso discorso può essere fatto per “Ancient Forces” nella quale è necessario sottolineare la buona alchimia creatasi tra sezione ritmica e chitarre distorte. Chi cerca in questo “Lucifer” il lume dell’innovazione rimarrà deluso. Nel primo album del quintetto polacco emerge però un genuino e profondo attaccamento alla seconda ondata di black metal scandinavo, del quale interpreta fedelmente i dettami senza però, a mio parere, aggiungere nulla di personale.

(Davide Galli) Voto: 7/10