(Ultraje Records) Folk/pagan metal come se piovesse, nel quarto album dei portoghesi Gwydion: da qualche parte ho ancora il secondo, “Horn Triskelion”, che ricordo come ispirato e compatto. Vediamo allora come suona questo “Thirteen”. Dopo la lunga intro, c’è indovinato contrasto con la ritmata e sferzante “793”, che racconta – naturalmente! – del primo assalto vichingo all’impero franco, con la distruzione del monastero di Lindisfarne. Fiera e pagana “Strenght remains”, che mescola tastiere da origini del viking e cori imponenti; si rallenta con la maestosa “King’s last Breath”, capace di ricordare alcune cose degli spagnoli Northland. Il brano più blackened della serata è forse “Shield Maiden’s Cry”, mentre la titletrack gode di un coro epico e facilmente cantabile. Chiudono il disco due brani che si lanciano, con alterni esiti, in sonorità ‘altre’: “Oh Land of ours – Al Andaluz” prova con suoni orientaleggianti, mentre “Allah’s Tagides” è attraversata da una certa cupezza. Senza innovare né stupire, i lusitani sanno coinvolgere e convincere.

(René Urkus) Voto: 7,5/10