(Massacre Records) Il metal si evolve come una creatura del futuro, la quale porta con se il proprio passato recente sulle spalle. Creatura con un’anima trasfigurata da circuiti e da una visione del sound meno densa, forse meno poetica, più seriale che una volta. Caratteristiche in parte valide anche per i Dark Millennium: il nuovo album per quanto digitale nei suoni, rappresenta una coesistenza tra la visione del futuro e il retaggio classico del genere metal, il tutto smaltato nella maniera dark, come d’abitudine per i tedeschi. Quarto album, padronanza del songwriting e una certa capacità nel gestire le atmosfere. Il dark metal della band ha una linea progressive, un carattere sviluppato, un fuoco dentro che si avverte nonostante la produzione livelli gli strumenti. Tuttavia l’energia nelle fasi dure o negli estemporanei blast beat emerge scolpita. I cambi di situazioni, le atmosfere prettamente metal, nella maggior parte dei casi di natura gothic, o oscure, ombrose e inquietanti, restano la parte suggestiva del sound. “Insustantial” ad esempio, ma anche “Flesh Is Weak”, semi-industrial risucchiato da un romantico pianoforte al centro del brano, con una ripartenza black metal. Sono esempi, ma i brani restano undici e degni di considerazione. Il modo di suonare è dunque moderno, con una pulizia che pialla i suoni, ma la visione dei Dark Millennium possiede un suo mood.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10