(Flowing Downward) Synodic è un progetto portato avanti da Myrdin Cerphas dallo scorso anno. Il multistrumentista dell’Oklahoma concepisce un black metal dalle fattezze ‘cosmiche’. Si, cosmic black metal, dunque synth pesanti che si sommano a un impianto di tipo atmospheric black metal. A ciò si aggiunge una voce cupa, gutturale, profonda. “Omnibus” mette il cosmo al centro di tutto, è l’universo stesso il punto focale del discorso di Synodic. L’universo è l’essere supremo, la base su cui poggia ogni discorso di esistenza. “Omnibus” raccoglie il primo e unico album di Myrdin Cerphas, “Infinite Presence in a Violent Universe”, e l’EP “Prodigious”, entrambi dello scorso anno, oltre a una canzone inedita. Brani piuttosto lunghi, diversi da oltre dieci minuti. Il senso di una sospensione sognante nel cosmo pervade alcuni pezzi, altri sono un abisso oscuro. La musica di Synodic rammenta quanto recitano gli Hawkwind sullo spazio che non può dormire, sognare, non può amare, ridere, vivere e morire. Le strutture dei pezzi sono tutte simili, le variazioni al loro interno sono poche e il risultato è quello di srotolare tappeti di atmosfere gelide. I riff sono classicamente reiterati, diventano una cantilena molto rude, a volte sinistra, ma questo è il black metal. Sussistono anche dei blast beat, come in “Infinite Presence in a Violent Universe” dove l’atmosfera è una sorta di Immortal della prima ora. Tuttavia sia lo strato dei synth che quello delle chitarre, incollato dai pattern ritmici, appare quanto meno una sovrapposizione di cose in alcuni casi, mentre in altri c’è una maggiore coesione del tutto. Ad ogni modo in un’ora e mezza di cosmic black metal c’è materiale da comprendere e vivere a seconda della propria sensibilità e predisposizione.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10