(F.O.A.D. Rec.) Chi sono i Jeaster Beast? Una buona, a dir poco, band di Torino che nel 1991 pubblicò l’album “Poetical Freakscream”. Quel disco ricevette solo complimenti, causa del suo sound un po’ freddo, vagamente Voivod dei primi anni, e soprattutto per essere thrash metal incrostato di hardcore. Il disco oltre a una copertina realizzata da Bonvi, il fumettista bolognese autore della serie “Sturmtruppen”, all’interno recava tavole inedite dello stesso autore. Tuttavia il chitarrista CC Muz racconta che «il parto di quell’album fu comunque travagliato. Fu registrato a Pisa nell’89, ma uscì solo dopo 2 anni. Ricordo quel periodo molto difficile per la band, non avevamo ancora una formazione stabile e questo ritardò non poco l’uscita dell’album». Oggi con i Jester Beast da un po’ fermi in maniera preoccupante, la FOAD presenta l’album nella sua versione pre-mix, con una traccia di chitarra rimasta inedita fino a oggi. Dunque l’album riassume l’aspetto di prima che finisse nell’ultimo stadio di produzione, accompagnato anche da “Destroy After Use”, un demo dei Jester del 1988 realizzato prima dell’album in questione, e canzoni eseguite dal vivo a Treviso il 16 aprile del 1988. “Poetical Freakscream” è polverizzante, le chitarre macinano riff e ritmano loro stesse la musica, spinta dai colpi di una batteria nervosa e inesorabile. Per quanto la band abbia avuto proseliti, anche tra gli stessi addetti ai lavori, l’instabilità nella formazione e il passare del tempo che ha affievolito il fuoco dentro, ha evitato che i Jester divenissero una band definitiva con un futuro nel panorama metal italiano e non solo. Sono stati sacrificati alla leggenda, al mito che ne alimenta l’ammirazione verso un sound che annichiliva tutto e tutti. Anche all’epoca forse non ricevettero neppure i giusti meriti, nonostante in quegli anni di musica buona ne girasse a vagonate. Anche “Poetikal Freakscream” era buona musica e a distanza di 27 anni lo è ancora.

Metalhead.it in precedenza ha intervistato CC Muz QUI e la band per intero QUI

(Alberto Vitale) Voto: 8/10