(Rockshots Records) Dopo diversi anni di silenzio (“Bear the Cross” è del 2014) si riaffacciano sulla scena i finlandesi Soulhealer, fautori di un gradevole melodic metal che sconfina spesso e volentieri nel power. “Up from the Ashes”, il quarto della loro discografia, è un album riuscito, compatto e gradevole. La sostenuta “Am I in Hell” mette assieme power e un po’ di NWOBHM, mentre “Behind closed Doors” è un po’ la quintessenza del melodic metal scandinavo e soprattutto delle sue linee vocali. All’ascolto si pensa subito a formazioni come i Cornerstone, i Pyramaze o i Winterborn, per chi conosce (bene!) la scena. “Land of the Free” si rivela una canzone sorprendentemente epica, fra gli Hammerfall e i Gamma Ray più seri (forse richiamati fin dal titolo); “Pitch Black” è un up-tempo coinvolgente e muscolare. Stupefacente anche “Sins of the Father”, che unisce tempi e suggestioni degli ultimi Rainbow a una sezione strumentale gradevolmente power. Serrata e avvolgente “Through Fire and Ice”, mentre “Up from the Ashes” si concede divagazioni hard rock. Da una formazione certamente non di prima fascia, un prodotto molto godibile.

(René Urkus) Voto: 8/10