(Prophecy prod.) Quinto album in diciotto anni di attività per la band tedesca di Münster. Autori di un black metal dai tratti pagani, viking e occasionalmente epici, gli Helrunar hanno probabilmente consolidato la propria reputazione nel 2011, quando pubblicarono il mastodontico “Sól”. L’Album venne apprezzato da fan e critica, nonostante la prolissità generale. I tedeschi non si sono mai espressi al di fuori del verbo ‘nordico’, cioè al di fuori di una narrativa tematica di carattere nordeuropeo. “Vanitas Vanitatvm” presenta suoni calibrati ma affatto livellati che rivestono queste melodie fredde e possenti. Vagamente Satyricon dei tempi del face-painting, gli Helrunar restano l’espressione di un black metal che si barcamena tra blast beat, low e mid tempo, con riff che rallentano spesso il passo e cercano fraseggi di natura magniloquente. Il pagan black metal della band di Münster è solenne e poco condizionato dalla velocità. Gli Helrunar infatti amano la forza, addobbano i pezzi di fraseggi con qualche oncia di feeling (ascoltare il solo di “Lotophagoi” per esempio) e tanta epopea barbarica. Ottimo comunque il lavoro del drumming, teso a guidare le andature tra colpi ragionati, sfuriate e contrappunti che entrano di fatto nell’arrangiamento e nella natura stessa dei pezzi. Un lavoro che per quanto presenti gli Helrunar di sempre, è piuttosto evidente che le canzoni suonino tutte dannatamente bene. Una brillantezza generale nell’arrangiamento è di fatto evidente. Anche questa volta forse la band poteva limare qualcosa nella durata dei pezzi, ma nulla di veramente compromettente perché alla fine tutto funziona sostanzialmente bene.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10