(Nuclear Blast) Devo ammettere che questa volta il buon Max Cavalera mi ha positivamente sorpreso. Dopo il deludente “Savages” ed il parzialmente riuscito “Archangel”, stavo considerando i Soulfly come una band arrivata al capolinea, bollita, ormai senza idee. Ed invece devo ricredermi, perché “Ritual” rappresenta un poderoso colpo di coda che riporta in alto le quotazioni della band. Pur senza rinunciare alla componente tribale che da sempre contraddistingue la sua creatura, Max riscopre le sane radici thrash e la voglia di pestare duro come ai bei tempi ed anche di più. Un esempio è “The Summoning”, con un attacco ai limiti del black metal con tanto di blast beat per poi evolversi in un thrash ritmato che ci riporta indietro ai Sepultura di “Arise”. “Dead Behind The Eyes” è slayeriana fino al midollo, con un testo che parla dei cenobiti di “Hellraiser” (vado matto per questa trilogia) e con Randy Blythe dei Lamb Of God come ospite. Altro special guest è Tony Dolan, deux ex machina degli Immolation, che fa sentire il proprio vocione su “Under Rapture”. “Evil Empowered” è vicina all’hardcore, con tanto di gang chorus dove viene urlato “Rise Above, Rise Above” (palese richiamo ai Black Flag). “Demonized” si apre con un arpeggio acustico alla “Beneath The Remains” e prosegue veloce e violentissima come non si sentiva dai tempi di “Schizophrenia”. La title track, “Blood On The Street” e “Bite The Bullet” pongono maggiormente l’accento sul lato tribale, mentre “Feedback!” è un palese omaggio a Lemmy, con la struttura del pezzo che richiama “Ace Of Spades”. “Soulfly XI” è una ballad per chitarra acustica, percussioni e sax, davvero molto suggestiva e che mette il punto esclamativo ad un album sublime, ispirato e rabbioso come ormai non mi sarei più aspettato dai Soulfly.

(Matteo Piotto) Voto: 9/10